Brucia Roma
Brucia Roma, brucia Roma
co’ li romani
brucia Roma, brucia Roma
co’ li cristiani
brucia Roma, brucia Roma
er parlamento
brucia Roma, brucia Roma
cor Papa dentro
Brucia Roma, brucia Roma
e ce lo sapevamo
c’ ‘o sapeva morto bbene
puro Nerone
ma mentre solo lui sapeva suonare la cetra
mo’ noialtri semo in tanti a sparare
E vorrei sapè dar professore
che fine ha fatto
Menenio Agrippa su Monte Sacro
lui combatteva pei diritti
dei contadini
e la plebe lo seguiva
mentre moriva
E vorrei sapè che fine ha fatto
Tiberio Gracco
puro lui fu assassinato mentre lottava
lui lottava pe’ la plebe
e allontanare i pregiudizi
lui lottava pei diritti
e i peregrini
che poi sarebbero gli emigrati d’adesso
ma questo er professore nun me l’ha detto
e allora
brucia Roma, brucia Roma, brucia Roma
brucia Roma….
(Brucia Roma, Le cose della vita,1973)
…ROMA CAPOCCIA…DER MONNO ‘NFAMEEEE…
e cogliendo il suggerimento di Marta…
"…me ne vojo annà da sto paese marcio che c’ha li buchi ar posto der cervello…"
Solegemello
pensavo aggiungessi anche “me ne voglio anna’ da sto paese marcio…” 😉
Ke per caso questo post, è riferito alla vittoria di Alemanno a sindaco?
salve!
volevo fare un appunto riguardo alla canzone di venditti “che fantastica storia e’ la vita”….
mi chiedevo se antonello, scrivendo questo testo, si sia soffermato a pensare agli uomini, donne ,bambini che ogni giorno, nel mondo, muoiono di fame, malattie, stenti.
che fantastica storia e’ la vita….
caro commentatore (o commentatrice?ti chiami forse Federica?), forse non hai ascoltato bene la canzone o non hai colto (volutamente) il senso. La canzone dice “…e quando pensi che sia finita è proprio allora che comincia la salita…”. Dopo dice “che fantastica storia è la vita”. Praticamente è un controsenso sofferente che vuole puntare l’accento sulla forza della vita, che ci fa andare avanti anche quando troviamo tutto contro. Se poi ti soffermi anche sull’assolo finale di sax che occupa buona parte della canzone, cogli meglio, per via di sensazioni, quello che ho detto. Perchè è come se fosse un urlo liberatorio, di sofferenza ma anche di speranza, di voglia di andare avanti.
Senza tono polemico volevo anche aggiungere che Antonello conosce eccome le difficoltà delle persone sfortunate, oltre ad averle anche riportate nelle sue canzoni, lui negli anni scorsi si è contraddistinto per il suo impegno umanitario in Eritrea (da qui è nata la bellissima canzone Peppino)
la tua poesia, cara Marta, e’ molto bella…la tua passione per Antonello un po’ meno…ma ad una sua canzone sono particolarmente legata: Peppino. Ciao! Chiara
scusami..ma non ho capito cosa vuoi dire.Mi spieghi?qual’è la mia poesia?e cosa c’è che non va nella mia passione per antonello?io o antonello?mi ritengo un’ammiratrice molto attaccata, ma non “malata”, mis emrba di essere abbastanza critica e equilibrata…Ciao!