Dal city.corriere.it:

Il ritorno di Venditti al Petruzzelli
“Lascio il piano e passo al rock”

IN CONCERTO IL 13 MARZO Il cantautore romano curioso ed emozionato per la performance a Bari: “Oggi solo cantanti e non più autori”.

Se li ricorda bene, Antonello Venditti, i concerti nel Petruzzelli. “Soprattutto quelli negli anni Settanta: indimenticabili”, dice il cantautore romano, atteso nel politeama barese sabato 13 marzo (biglietti da 34.50 a 115 euro, acquistabili anche su bookingshow). “Sono curioso ed emozionato – aggiunge – e ho accettato di tornare a Bari proprio per provare nuovamente l’emozione di entrare in questo teatro stupendo”.

Che concerto deve aspettarsi il pubblico?

“Un concerto rock. La formula è consolidata. Mi sono circondato di tutti i musicisti che mi hanno accompagnato in questa lunga carriera. Insieme siamo in grado di fare qualsiasi cosa”.

Il grande assente è Venditti seduto al pianoforte. Come mai ha abbandonato lo strumento?

“Mi piaceva l’idea di diventare il front-man della mia band. Ma il pianoforte me lo porto sempre dietro. E a fine concerto magari regalo qualche piccola chicca”.

Le sue canzoni parlano spesso di donne. L’argomento è stato influenzato dal rapporto conflittuale con sua madre, del quale ha raccontato i risvolti nel libro “L’importante è che tu sia infelice”?

“Con mia madre ho avuto un legame problematico perché ha cercato di influenzare le mie scelte di vita, quasi in modo criminale. Non ha mai condiviso ciò che facevo”.

Quindi?

“Alla fine ho sempre cercato donne completamente diverse da lei. E posso dire che non mi è andata proprio male…”.

Le è sempre piaciuto stare dalla parte dei deboli. Per questo ha preso le difese di Morgan?

“Lo hanno usato. Morgan è una persona sensibile che ha sofferto le pene dell’inferno. È stata la musica a salvarlo. Quanto all’intervista e ai successivi dibattiti televisivi, credo si sia persa un’occasione per parlare approfonditamente del problema cocaina. Purtroppo il mondo televisivo non è preparato per quel Morgan”.

E per il Morgan di XFactor?

“Ha dimostrato che la musica si può fare in tanti modi. C’è un solo problema”.

Quale?

“Che si sta costruendo un mondo di cantanti. Invece servono gli autori. Oggi manca una generazione in grado di raccontare il tempo che viviamo. La mia, quella di De Gregori, Baglioni, ma anche di Vasco e Ligabue, si è sentita vecchia a trent’anni. Oggi alla stessa età si sentono dei bambini”.

Non solo nel mondo del pop.

“E, infatti, la musica è solo un riflesso di ciò che accade nel Paese. Ormai dobbiamo aspettare di sentire una canzone che racconti il presente dai quarantenni”.

Ha più volte criticato lo sfruttamento dell’immagine di San Pio. Qual è il suo modo di intendere la fede?

“Non sta a me giudicare come viene onorato il suo nome, ma non mi piace il modo in cui si abusa di lui. Personalmente ho sempre cercato la verità facendo convivere l’Antonello laico con quello cristiano. Ma se entrassero in conflitto vincerebbe il secondo”.

E poi c’è la fede calcistica. Questa Roma come la vede?

“Preferisco parlare del Bari, una squadra che, nonostante le ultime sconfitte, gioca un calcio bellissimo. Penso che del Bari di Ventura ci si ricorderà a lungo, come è accaduto per il Foggia di Zeman».

Francesco Mazzotta

Scusate la latitanza ma ho cambiato lavoro, durante la settimana non uso internet e non ho più tempo libero!Marta