Concerto all’Arena di Verona
16 giugno 2008

SCALETTA DEL CONCERTO:
– Dalla pelle al cuore
– Ci vorrebbe un amico
– Giulio Cesare
– Sara
– Notte prima degli esami
– Indimenticabile
– Roma capoccia
– Piove su Roma
– Stella
– Peppino
– Il compleanno di Cristina
– Scatole vuote
– La mia religione
– Tradimento e perdono
– Comunisti al sole
– Sotto il segno dei pesci
– Amici mai
– Che fantastica storia è la vita
– Alta marea
– Benvenuti in Paradiso
– In questo mondo di ladri
– Ricordati di me
– Compagno di scuola
– Le cose della vita 

 

Qui sotto alcune foto inviatemi da altri fan presenti al concerto  e che ringrazio molto! Le prime due sono state scattate da Francesca di parma, mentre la terza, dove si vede Antonello al piano (un insolito piano rosso!) è di Davide.

Quando si attende da tanto tempo un sogno, l’immaginazione ne ha già disegnato sapientemente la perfezione. Quando poi il sogno si fa attendere da ben 16 anni, il ritorno di Antonello Venditti in Arena non può che essere perfetto: è un diritto del sognatore. Ma accade invece che la realtà possa essere totalmente (e sadicamente) diversa e che arrivi un imprevisto a minacciare l’infrangersi del sogno: ieri su Verona un cielo uggioso e autunnale, minacciante seriamente pioggia. E infatti gocce d’acqua, "lacrime di pioggia", cadono fino a pochi minuti prima dell’inizio dello spettacolo. Poi basta. Poi inizia il concerto e si rimane come sospesi per tutto il tempo, con gli occhi ogni tanto alzati al cielo, per controllare la minacciosità delle nubi scure che sembrano non volersene andare. E invece sulle note di Peppino ci accorgiamo che, nel cielo, alla destra del palco, ha fatto capolino la luna! La paura per il pericolo corso rende la serata ancora più preziosa, la trasforma in un grande regalo. E poco importa del freddo, del vento, dell’acqua che potrebbe cadere. C’è la voce di Antonello a scaldare. E il nostro ringrazia il pubblico di essere lì, con quel tempo da lupi che tanto si addice a lui, ma agli spettatori sicuramente no e allora, ci dice, significa che siamo lì perché gli vogliamo bene. La sequela delle canzoni che Venditti ci offre è una grande ricetta. Tra presente e passato, tra leggerezza e riflessione, Antonello ci sazia con la musica e con le parole. Nessuno come lui sa raccontare le storie, nessuno come lui sa usare così abilmente dolcezza e rabbia, ironia o disincanto. Antonello Venditti sembra mille cantautori in uno. Ma in queste innumerevoli sfaccettature, nelle varie trasformazioni della sua musica, è facile ritrovare il filo conduttore, l’essenza di Antonello. Quando si parla di Amore, che si intenda in senso universale, come un’inclinazione fortissima per la vita, o si parli invece del sentimento basilare per una convivenza piena tra gli uomini, assaporiamo l’Antonello puro. Basti pensare ad es a Stella, a Peppino, a Tradimento e Perdono e a Che fantastica storia è la vita. Quando arriva il momento di Stella, assistiamo a una dedica speciale rivolta a Nicola Tommasoli, il ragazzo veronese ucciso recentemente, per futili motivi, da alcuni coetanei. Antonello riflette su come ci sia bisogno di pace tra gli uomini, e che per la pace ci vuole il perdono e il sapersi voler bene. Ed è proprio con Stella, una canzone nata laica ma rivelatasi sempre più un pezzo dal forte messaggio cristiano, che Antonello intende rivolgere un pensiero e un’invocazione di pace, per tutti: vittime e carnefici. E la musica dolce di questa canzone capolavoro ci fa calare in questa speranza cristiana di pace, in questo desiderio profondo di amore. E rimanendo nell’argomento dei rapporti umani, anche in Tradimento e Perdono, Antonello ci spiega la drammaticità della solitudine umana, di come l’egoismo e l’insensibilità possano fare precipitare una persona in un baratro di fragilità disperata perché non è concesso lo sbaglio, perché nessuno è disposto a perdonare. Antonello Venditti è unico nel trattare argomenti così importanti e delicati in un discorso che addirittura lo espone nel suo privato. Racconta ad es di come soffre della mancanza di punti di riferimento, perché troppe persone importanti se ne sono andate e si sente “perso”, “solo”, e allora che cosa rimane? Che cosa ci rimane in questa società moralmente sempre più povera? Rimaniamo noi se abbiamo voglia di agire, di credere, di vivere in un mondo che ci vada bene.
Ma dai discorsi esistenziali, si passa anche a tematiche leggere e allora c’è lo spazio per il rock, per il relax e la spensieratezza, in un perfetto amalgama tra vecchio e nuovo. E a proposito di collegamenti tra vecchio e nuovo, in Giulio Cesare, Venditti trasforma la strofa “era l’anno dei mondiali quelli del’86, Paolo Rossi era un ragazzo come noi” in “era l’anno dei mondiali quelli del ’06, Francesco Totti era un ragazzo come noi” e il pubblico apprezza divertito. Antonello ormai è carico e il pericolo pioggia è sparito dai suoi pensieri e anche dai nostri. Le ultime canzoni sfuggono via velocemente col pubblico sempre più coinvolto tra canzoni da accendini e pezzi da battere le mani. Il bello però deve ancora venire. Dopo che il pubblico richiama Antonello sul palco per il bis, il concerto sembra concludersi con la stupenda Ricordati di me. Antonello e i musicisti scompaiono, vengono accese le luci sul palco e tra i gradoni dell’Arena rimbombano le note registrate di Indimenticabile! Chiaro segno che il concerto è finito. Ma a un tratto, mentre la gente sta sfollando, si spengono le luci e sul palco ricompare Antonello. Antonello col pianoforte. Come poteva resistere alla tentazione di suonare il piano in una cornice così suggestiva? Visibilmente contento e emozionato, ormai amico del pubblico, Antonello confida e avvisa che è un’impresa ardua suonare quel piano intaccato dall’umidità ma che lo vuole assolutamente fare. E per fortuna che Venditti è testardo perchè ci regala due bellissime esecuzioni di Compagno di scuola e di Le cose della vita, che fanno vibrare le corde emozionali delle migliaia di persone lì per lui. E così finisce il sogno, ma mi ritornano in mente le parole di questa canzone ascoltata per la prima volta proprio al mio primo concerto in Arena nel 1992 : “ma questa notte non finirà”. Grazie Antonello.

7 Risposte a “”

  1. è stato il mio primo concerto di Venditti ed è stata una serata indimenticabile, a dir poco spettacolare..ogni sua canzone, cantata a squarciagola, mi ha dato un’emozione fortissima..da quando è apparso sul palco fino all’ultima canzone avevo i brividi..in “questo mondo coglione”(come dice in Tradimento e perdono, canzone a mio avviso MERAVIGLIOSA)c’è ancora chi sa trasmettere e regalare emozioni che resteranno per sempre indelebili!grazie Antonello!!!

    Martina90

  2. sono molto contenta per te!pensa anche per me il cocnerto del 92 in arena era stato il mio primo concerto!

  3. che bella scaletta!! quando è venuto a roma non ho avuto proprio modo di andare a vederlo…. che rabbia! cmq sono contento x te

  4. ciao marta sono Raffaele, grandioso concerto e grandiosa scaletta. Sono contento che abbia suonato il pianoforte, accantonato quasi del tutto da “Campus Live” in poi. Mi auguro lo faccia anche a Napoli…e magari estragga dal suo sublime repertorio qualche altra perla!

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