IL RITORNO DI ANTONELLO ALLO STADIO OLIMPICO

olimpico

“Ti svelo un’anticipazione! Inizierà il concerto con ‘ raggio di luna’ ! “. Così mi dice, poco prima del concerto, un  giovanissimo amico vendittiano. Lo guardo stupefatta. Io mi domando che cosa ne può sapere lui, che nemmeno era nato (e probabilmente era ancora ben lontano dai pensieri dei suoi genitori), quando quella canzone fu pubblicata e poi utilizzata come canzone di apertura nel tour “alta marea” (correva l’ anno 1992). “Forse Antonello lo ha preso in giro” mi dico tra me e me. Ma stiamo a vedere che succede. Sono le 21.05. Antonello mai così puntuale, almeno da quando lo seguo io ai concerti. Il buio. Inizia il countdown luminoso sullo schermo gigante, mentre luci azzurrine puntiformi, sullo sfondo del palco, richiamano alla mente un cielo di stelle .
Finalmente parte la musica. Inconfondibile incipit! Mi catapulta direttamente indietro al 25 maggio del 1992, al mio primo concerto di Antonello Venditti, all’Arena di Verona. Quante volte, negli anni, ho riascoltato quella lunga introduzione tramite l’album “da san siro a samarcanda” (prima in musicassetta e poi in CD!):  è il pezzo giusto per accendere l’attesa di tutto l’immenso che viene dopo. Incredibile, essere lì, in prima fila, davanti. Sembra di essere in quel mio sogno di ragazzina, quando mi vedevo sul prato dell’Olimpico o di S.Siro o sugli spalti del Filaforum. Ma allora, purtroppo, non ero là a scalpitare,  ascoltavo semplicemente  la diretta radio nel buio della mia camera, sognando ad occhi aperti.

Il concerto inizia quindi proprio così,  con Raggio di luna. Diciottomila persone in delirio. La scaletta prosegue. Adesso si torna al presente…che però è anche paradossalmente un ritorno al passato. Con “i ragazzi del tortuga”, pezzo del nuovo album, Antonello ci e si rimanda alla sua gioventù riallacciandola  però a quella che è la sua identità odierna. Non è quindi  un mero  ricordo nostalgico ma un divertente e paradossale rievocare, ipotizzando a un ricorso storico delle sue lontane vicende nel contemporaneo presente. La canzone sotto questa ottica non è quindi per niente malinconica ma  è bensì sapientemente ritmata e scalda a dovere il pubblico, in questa che è la grande “festa” di Antonello (annunciata e organizzata a partire già  da ottobre 2014). Dopo l’ascolto di questo nuovo pezzo, Venditti ci conduce subito nei superclassici, quelli ai quali nessun vendittiano doc vorrebbe mai rinunciare. “Giulio Cesare “(tra le canzoni manifesto della lirica vendittiana: scuola, sentimenti, libertà), “Piero e Cinzia” (una delle sue “storie” cantate più belle e fotagrafia della gioventù anni ’80 ), “Peppino” (canzone d’amore paterno e universale, inno di solidarietà umana, dolce e cullante come un carillon) e  “Stella” (preghiera laica che con la voce possente di Antonello porta anche i nostri desideri e le nostre speranze direttamente là, in alto). Siamo in pieni anni ’80. Si continuerà così? No.  Si infiltra infatti, inaspettatamente, “non so dirti quando”, sempre dall’ultimo album “Tortuga”. Eppure, eppure sembra che sia una canzone nata proprio per essere cantata in quel punto, dopo “stella”. Struggente canzone d’ amore in senso più assoluto, dedicata a  chi non c’è più ma continua ad essere presenza fondamentale. Nella testa di tutti il pensiero corre inevitabilmente a qualcuno mentre nello schermo dietro ad Antonello vediamo scorrere  volti noti molto importanti per lui ma che probabilmente hanno contato qualcosa anche nella vita di molti di noi (l’arte sopravvive a tutto e ci arricchisce).  Dopo la toccante esecuzione, Antonello, ancora emozionato, si dice pronto per cantare una canzone ancora più impegnativa : “Lilly”. La voce esce come un urlo rabbioso, la bocca si digrigna, come se dentro,  l’anima, si lacerasse. Gli occhi si chiudono per riprendere forza, per poi rispalancarsi nuovamente  senza paura,come  per affrontare veramente l’orrore della distruzione dell’eroina. Un brano come Lilly  vale da solo il prezzo del biglietto del concerto Dopo questo colpo al cuore Antonello dà un po’ di sollievo all’animo e allora arrivano gli amici: il gruppo storico degli Stradaperta e insieme a loro anche un altro grande amico, quello che Venditti bene o male  si è sempre portato dietro (salvo qualche breve periodo  di distacco voluto): il pianoforte.  Con questo grande gruppo altre canzoni scivolano via, facendoci immergere nel grande periodo a cavallo tra ’70 e ’80  con “sotto il segno dei pesci”, “bomba o non bomba”, “sara” (queste tre con Stradaperta), “modena”, “notte prima degli esami” e “ci vorrebbe amico”. L’introduzione di Modena coinvolge anche il pubblico: Antonello insegna e assegna agli spettatori la parte di introduzione parlata, fuori campo, che precede la canzone nella versione originale. Il pezzo, inutile a dirsi, è uno dei più belli del suo repertorio. Ci si fa sovrastare dalla forza, dalla irruenza emozionale di questa canzone che con rabbia, disincanto e malinconia  trascina via. La versione live non fa che incrementare il pathos incredibile di questa canzone.

Dopo l’esecuzione dell’ intramontabile  “ci vorrebbe un amico” (ci vorrebbe sempre un amico per dimenticare tutto il male…) il concerto è al giro di boa e cambia registro, non prima di regalarci   una bella esecuzione di “tienimi dentro te”, dall’ultimo album. Sicuramente uno dei pezzi più antonelliani delle sue ultime produzioni. Canzone eseguita al  piano, il modo di cantarla live e l’indugio del piano a rinforzare certe note, me l’ha fatta arrivare dritta al cuore, dove in precedenza, con l’ascolto in CD, non aveva colpito . Spero di ritrovarla in qualche album live. Dopo questo pezzo, veramente si cambia ritmo: ci si scatena e si balla. Io almeno lo faccio (con energia inaspettata) e così anche  le persone intorno a me. Si parte con “cosa avevi in mente”, primo singolo lanciato di Tortuga e meritevole sicuramente di esecuzione live .Il brano merita e come molte canzoni di Antonello racconta bene una storia di vita difficile per la quale  si percepisce una via di riscatto. La voce di Antonello su questo pezzo spacca, ma già bastava sentirla dalle autoradio a palla per rendersi conto della sua potenza. Sicuramente non ha riscosso il giusto successo commerciale. Arriva quindi la volta di   “Unica” (energia pura da concerto!), per continuare con “dalla pelle al cuore” (in duetto con Briga) , “il compleanno di cristina ” (e qui saltello come una pazza!) e “questa insostenibile leggerezza dell’essere” che mi fa esaltare e ridere fuori misura, nel pensare a quanto siamo scemi quando ci innamoriamo. Dopo quattro canzone a dimenarsi, Antonello ci fa prendere fiato con “l’ultimo giorno rubato”, canzone lenta. Qualcosa non va perchè Venditti sbaglia qualcosa e si arrabbia anche, ma la canzone così diventa ancora più bella rispetto l’originale perchè la voce è  arrabbiata e rende meglio il senso della canzone: quella volontà di emanciparsi da un amore finito che ha tolto troppo . Ormai siamo negli anni più recenti e Antonello, dopo “attento a lei” (forse esecuzione prematura per questo tour), sempre da Tortuga, ci regala un pezzo forte degli anni ’90, quella che all’epoca lui definì “la canzone definitiva”: Ogni volta. Non c’è molto da dire. Si percepisce come è rimasta nel cuore di molti e forse non solo la canzone.

Arriva quindi il momento di un altro duetto, due canzoni cantate insieme a Biagio Antonacci. Tra i due si respira stima vera e grande simpatia. Forse anche amicizia?  Biagio ha grande carica e surriscalda ancora di più l’atmosfera, ma a confronto,la voce di Antonello è più su, molto più su. Così, in duetto ,scorrono via “che fantastica storia è la vita ” e “amici mai”. Un intermezzo con “ti amo inutilmente” per un po’ di dance trash (almeno un neo  glielo concediamo, al nostro buon Antonello) e ci troviamo a cavallo tra fine anni ’80 e inizi ’90 con: “Alta marea”, ” Benvenuti in paradiso” e “In questo mondo di ladri”. Ebbene, mi ritrovo ancora nel 1992, a 13 anni e… non mi dispiace. Ho ancora tutto davanti! ‘Ma quanta strada per rivederti ancora…’. Ti rivedrò? che volto avrai? Non ci penso, si balla sulle altre canzoni, ci si sfoga solidali con “in questo mondo di ladri”, a cantare tutti in coro. Poi ci si avvicina velocemente al gran finale. “roma capoccia” in duetto con Briga. Voglio essere sincera, non mi entusiasma la combinazione, avrei preferito Antonello da solo, ma il ragazzo si merita un’occasione! E poi, diciamolo, ce l’ha messa tutta, con grande emozione, senza strafottenza . Ingiusti e squallidi i fischi e le esclamazioni di qualcuno dalle prime file. Ormai ci siamo, siamo verso la fine. Antonello annuncia che ci sono le scale per far salire chi desidera stare insieme a lui, come ad es alcuni amici o anche qualcuni del pubblico. Si fa subito la ressa sotto al palco, mentre sopra salgono alcuni amici di Antonello: Verdone alla batteria, il comico Dado, Ricky Tognazzi, Simona Izzo, Biagio Antonacci, Massimo Ferrero). Di tutto ciò che accade da quel momento non vedo niente ma ascolto solamente, schiacciata tra i fan sotto il palco. Parte “Grazie Roma”, cantata all’unisono. A me viene anche da pensarlo profondamente col cuore “grazie Roma”, sia perchè mi ha ospitato per quel concerto e sia per il pomeriggio trascorso nella capitale e per il giorno che avrà a venire. Ormai è arrivato il momento dei ringraziamenti, per gli amici, per Roma e per tutti quei fan che si sono messi in viaggio da tutta italia. Antonello lascia la scena. Anche i musicisti  abbandonano il palco, si accendono le luci su tutti gli spalti. Concerto finito. Come è possibile? Senza “Ricordati di me”? . Gira la voce che entro mezzanotte avrebbe dovuti essere tutto spento, non erano concesse sforature. Non ci voglio credere e faccio bene! Infatti c’è ancora tempo per lei, la Classica. Questo è il modo giusto di salutarsi, caro Antonello, con “Ricordati di me”!

Un concerto indimenticabile, di quelli da inserire nei miei ricordi indelebili . Stupendo anche incrociare gli occhi di Antonello, dato che ero in prima fila e vedere da vicino le emozioni sul suo volto. Un concerto vissuto senza malinconie ma con energia e serenità. Piccolo rammarico per alcune assenze che in passato hanno accompagnato altri miei concerti. Ma ho capito che se si dividono le strade delle passioni, non è detto che si dividano quelle delle amicizie. Su questo concerto ho letto e sentito commenti critici da parte di qualcuno dei presenti. Che dire, mi stupisce  questo tipo di approccio che non porta a godere il bello, ma  in nome del criticismo vuole andare a scovare le ombre.  In fondo abbiamo già molto di cui dolerci, senza andare a cercare motivi di delusione o disillusione nelle nostre oasi. In fondo quello che rimarrà da questo concerto più che rimanere scritto su 4 righe virtuali o cartacee, resterà impresso nei cuori di chi veramente ha voluto viverlo senza condizionamenti preventivi.

SCALETTA

1 Raggio di luna
2 I ragazzi del Tortuga
3 Giulio Cesare
4 Piero e Cinzia
5 Peppino
6 Stella
7 Non so dirti quando
8 Lilly
9 Sotto il segno dei pesci
10 Bomba o non bomba
11 Sara
12 Modena
13 Notte prima degli esami
14 Ci vorrebbe un amico
15 Tienimi dentro te
16 Cosa avevi in mente
17 Unica (mio danno ed amore)
18 Dalla pelle al cuore (feat. Mattia Briga)
19 Il compleanno di Cristina
20 Questa insostenibile leggerezza dell’essere
21 L’ultimo giorno rubato
22 Attento a lei
23 Ogni volta
24 Che fantastica storia è la vita (feat. Biagio Antonacci)
25 Amici mai (feat. Biagio Antonacci)
26 Ti amo inutilmente
27 Alta marea
28 Benvenuti in paradiso
29 In questo mondo di ladri
30 Roma Capoccia (feat. Mattia Briga)
31 Grazie Roma (feat. Dado, Carlo Verdone, Biagio Antonacci, Ricky Tognazzi, Simona Izzo, Massimo Ferrero)
32 Ricordati di me