VENDITTI O ANTONELLO?

cari vendittiani, in questo periodo di concerti è più facile confrontarsi con altre persone che hanno la stessa passione per la musica di Antonello, capita quindi di imbattersi  in  esternazioni di apprezzamento o nei luoghi virtuali dei social network o addirittura de visu nei luoghi dei concerti. Riflettevo quindi sul significato di essere “fan”  e in quali termini questa passione rientra nel buon senso e a che punto diventa invece qualcosa di fuori luogo e di malsano. Oltre a ciò, mi chiedevo l’idolo (parlando in generale e non di Venditti) come vive il suo successo nei confronti dei fan estremisti? Provate a pensare all’idealizzazione dell’artista (giusto per citare Venditti: “il nostro cuore è rapito da mille profeti e da quattro cantanti”!), al fatto che l’apprezzamento non si riduce a un fatto meramente musicale ma si amplia a livello personale se non addirittura a volte anche a livello politico e sportivo. Il fan si riconosce nei testi musicali o meglio  nelle emozioni e nelle inquietudini dell’artista. Prova quindi un forte senso di vicinanza verso tale Persona. Da qui parte quindi l’idea della perfezione dell’artista-uomo, che diventa come un guru agli occhi del fan. Ma in realtà ciò che si può conoscere dall’esterno non può che essere la superficie della persona. Per carità, nel caso dei cantanti in particolare, si possono cogliere (e non solo percepire) tanti aspetti caratteriali anche profondi ma non si può certo asserire di conoscere la persona in questione. Così come sarà capitato a molti di conversare a mezzo internet con perfetti sconosciuti e successivamente incontrarli di persona, non al momento dell’incontro non avrà avuto luogo la medesima percezione della persona. Lo stesso capita con gli idoli.  Se ci pensate è più che normale. Siamo noi stessi a tutto tondo solo nelle faccende quotidiane. Capite se state veramente bene coi vostri amici solo quando ci fate le vacanze insieme e vivete insieme sotto lo stesso tetto e mangiate le stesse pietanze cucinate insieme. Non ha quindi senso innamorarsi del proprio cantante preferito, perché oltre al fatto che nella quasi totalità dei casi lui non sa nemmeno che tu sia, ci si innamora semplicemente dell’idea che ci si è fatta di quella persona. Oltre al discorso dell’innamoramento, spesso e volentieri scatta un comportamento tipicamente italiano del farsi vedere insieme al VIP. Quindi parte l’ossessiva ricerca della foto scattata insieme che più che un ricordo personale vale come esibizione costante su facebook e porta una luce riflessa di vanto. Non si capisce poi quale sia il vanto di essere fotografati insieme a un VIP. Si è forse meritevoli di qualche azione degna di nota o utile per qualcuno? Non è forse più piacevole, oltre a godere del discorso artistico, farci due chiacchiere e parlarci a tu per tu come fanno le persone normali? Noto invece questa ossessione del beccare il VIP e magari auspicare un rapporto di amicizia o addirittura spacciarlo per tale, quando si riesce ad avere la possibilità di accedere senza difficoltà ai camerini. Chiaramente il desiderio di fondo di questa anelata amicizia è alimentato non dal valore della persona in sé (che dovrebbe essere l’unico motivo in un’amicizia) ma dal grado di notorietà del personaggio. In questo mondo di distorsioni che nascono dal cuore e distorsioni opportunistiche degli esibizionisti, è facile chiedersi cosa rimane di autentico. La stessa domanda se la pone sicuramente l’artista. Che cosa arriva di sè di autentico? e le persone che lo circondano, quante sono autentiche? Quando Venditti smetterà di cantare chi si ricorderà di Antonello? Quando Antonello esce di casa può essere anche Antonello o deve essere per forza anche Venditti? Provate a pensare a quanto debba essere difficile condurre una vita normale, in Italia, quando si è estremamente noti. E’ impossibile! Devi sempre vestire il sorriso e la maschera. Devi sempre cercare di distinguere le sanguisughe e gli opportunisti. Il successo, i soldi alla fine sono una contropartita che a lungo non basta più come consolazione. Al di fuori del luccichio di questo mondo, delle masse di fan scatenati, dei baciapiedi vari, cosa rimane? Rimane  il dubbio di cosa sia autentico e cosa no, rimane quel senso di solitudine, quell’equilibrio precario. Quindi, cari vendittiani , sappiate che io sono per la passione verso la musica di Antonello ma, come in tutte le cose della vita, ci vuole anche discrezione, misura e rispetto. Io tengo sempre presente che oltre a Venditti esiste anche Antonello. E tengo anche presente che pure tra i non VIP  ci sono tante persone speciali!