GIUDA
Immagine:Cimabue01.jpgC’è una canzone del nuovo album di Antonello che a mio avviso spicca su tutte per ispirazione e profondità. La musica stessa ha un che di estraniante e surreale, poco definibile, un po’ atipico. E’ una canzone che non ha epoca, potrebbe essere stata scritta adesso come negli anni ’70 e veste di un’attualità eterna. la canzone di cui sto parlando si initola Giuda. In questo pezzo Venditti si immedesima nel traditore per antonomasia, in un ipotetico e drammatico monologo (ma sarà ascoltato?) o meglio, invocazione, con Cristo.
 Antonello a riguardo della canzone dice:
 
“Ho scritto questo brano come se fossi Giuda, cosi’ solo, abbandonato nell’inferno anche se poi, dall’altra parte, c’e’ la stessa solitudine di chi ha dato la vita per noi, perche’ questo nostro tempo e’ quanto di piu’ lontano possa esserci dalla cristianita’”
 
“Quel pezzo rappresenta il senso del disco, dell’umanità di oggi. Io pongo la figura di Giuda come emblema del momento storico che viviamo. Immagine dell’uomo solo che è peccatore, ha sbagliato, e tradisce se stesso nel confine tra assoluto e ragione”
 
“Giuda Rappresenta l’uomo abbandonato alla sua solitudine. A quel mondo di dolore che s’è caricato sulle spalle per colpa della propria presunzione. Ma anche il Cristo è solo, perché oggi l’umanità vive lontana dai precetti della religione. Così, se Gesù perdonasse Giuda libererebbe entrambi dalla solitudine”
 
Ma il testo della canzone parla comunque chiaro: c’è un uomo solo, al quale non è stato concesso il perdono, destinato a dannarsi per l’eternità, che si appella alla misericordia di Cristo ricordandogli la sua natura in parte umana, carica quindi di fragilità, di debolezze e della stessa sua solitudine. Alcuni passi della canzone sono da brividi :
-Ora sono qui, ultimo tra gli uomini, a portare ancora tutte le spine della tua corona, perdonando me liberi anche te dalla solitudine 
-Ora devo andare nel buco nero spaziotemporale, nella certezza della dannazione, nel buio freddo dell’umiliazione …che sarà di me…che sarà di te, dimmi mio signore!
A rendere ancora più suggestiva la canzone sono la musica (nel momento di maggiore pathos intervengono chitarre distorte a simulare quasi grida infernali) e l’abilità vocale di Venditti nel trasmettere l’angosciosa solitudine e la frustrazione di Giuda.


GIUDA
Signore sono Giuda
Il tuo vecchio amico
Parlo dall’inferno
Non dal paradiso
scusa se disturbo
Se ti cerco ancora
Io ti sto…io ti sto aspettando
Oggi come allora
Ero solo un uomo
Ora un uomo solo
E mi grido dentro
Tutto il mio dolore
L’ho pagata cara
La mia presunzione
Io volevo solo
io volevo solo
Essere il migliore
Ora sono qui
Ultimo tra gli uomini
A portare ancora
Tutte le spine della tua corona
Perdonando me
Liberi anche te
Dalla solitudine
Scusa se ti cerco
Se ti invoco ancora
Io ti sto aspettando
Oggi come allora
Ora devo andare
Nel buco nero spaziotemporale
Nella certezza della dannazione
Nel buio freddo dell’umiliazione
Che sarà di me
Che sarà di te
Dimmi mio signore
Dimmi mio signore
L’ho pagata cara
La mia presunzione
Io volevo solo essere il migliore
Io volevo solo essere il migliore
Ma chi era Giuda? E perché ha peccato di presunzione? Di seguito qualche informazione e interpretazioni varie sulla sua figura e sulla vicenda del tradimento.
 
Immagine:KissOfJudas.jpgGiuda Iscariota (in ebraico: יהודה איש־קריות Yəhûḏāh ʾΚ-qəriyyô), vissuto, secondo i vangeli, nel I secolo d.C. e morto nell’aprile del 33, è stato uno dei dodici apostoli di Gesù Cristo, ovvero quello che secondo il Nuovo Testamento lo tradì per trenta denari (Matteo 26,14-16)
 
Giuda è menzionato solo nei Vangeli e all’inizio degli Atti degli apostoli. Secondo quanto detto nei Vangeli, egli teneva il denaro dei discepoli e tradì Gesù indicandolo ai soldati del Sinedrio ebraico per farlo arrestare. Dopo l’arresto di Gesù da parte dei Romani (ma prima della sua esecuzione), il pentito Giuda restituì la ricompensa ai sacerdoti e morì. Nel Nuovo Testamento vi sono due versioni differenti circa la morte di Giuda: infatti, mentre il Vangelo secondo Matteo racconta che egli si impiccò (27,3-5), gli Atti degli Apostoli (1,18) riportano il resoconto di Pietro, secondo cui Giuda comprò un campo con il prezzo dell’ingiustizia e precipitando si spaccò in mezzo e si sparsero tutte le sue viscere. Ciò fu noto a tutti gli abitanti di Gerusalemme cosicché quel campo fu chiamato nel dialetto loro Akeldamà, ossia Campo del sangue. Gli Atti continuano dicendo che il suo posto fu poi occupato da San Mattia
Giuda è stato una figura di grande interesse per molti gruppi esoterici e molte sette gnostiche, a causa dell’apparente contraddizione nell’idea del "tradimento di Dio". Infatti questa idea implica una delle seguenti alternative: a) Gesù non poté prevedere il tradimento di Giuda; b) Gesù non fu in grado di impedire la sua azione; c) Gesù consentì a Giuda di tradirlo; d) Giuda fu un complice informato sul destino programmato di Gesù. Vangeli canonici suggeriscono che Gesù fosse a conoscenza del tradimento di Giuda e che lo consentì; l’apocrifo Vangelo di Giuda lascia intendere addirittura che vi fosse un’intesa in proposito tra Cristo e il discepolo.
Alcuni studiosi moderni hanno abbracciato una teoria alternativa secondo cui Giuda sarebbe stato solamente il negoziatore di un prestabilito scambio di prigioneri (susseguente alla rivolta dei cambiavalute) che consegnò Gesù alle autorità romane di comune accordo, e il successivo ritratto di Giuda come traditore sarebbe una alterazione storica. Nel suo libro Il complotto di Pasqua, il teologo britannico Hugh J. Schonfield sostiene che la crocifissione di Cristo è stato un auto-complotto, mirato al riavverarsi della profezia biblica, e che Giuda agì di concerto con Gesù, il quale consentì al discepolo di consegnare il suo maestro alle autorità.
L’ipotesi di Schonfield – che trova anche riscontro nell’apocrifo Vangelo di Giuda – riconosce nelle note azioni di Giuda l’avverarsi della profezia, senza ammettere che le profezie si siano realmente avverate nella storia. Questa interpretazione divenne molto conosciuta al pubblico dal controverso film L’ultima tentazione di Cristo di Martin Scorsese. Nel film Dracula 2000, si suggerisce che Dracula fosse Giuda Iscariota. Questo spiega perché Dracula tema la croce, l’argento e la Bibbia, e perché sia condannato a stare nel mondo in eterno.
Nel film di Norman Jewison Jesus Christ Superstar (1973), tratto dal musical di A. L. Webbern e T. Rice, l’apostolo traditore – interpretato dal cantante di colore Carl Anderson – si mostra dapprima confuso dall’amicizia fra Gesù e Maria Maddalena e poi preoccupato dalla commozione generale che il Maestro sta creando a Gerusalemme. Si disse che il film gettava una luce favorevole su Giuda, il più saggio e moralista dei personaggi che tra l’altro nella scena precedente la crocifissione torna dal paradiso (dove era evidentemente salito in seguito al suicidio di poche ore prima…) e chiede a Gesù di spiegargli il perché del suo comportamento da superstar. Ma la scena più controversa è quella dell’ultima cena: quando Gesù dice agli apostoli (brilli) che qualcuno di loro sta per andare a tradirlo, Giuda gli risponde: "Sei tu a volere che lo faccia. Meriteresti che restassi qui a rovinare le tue ambizioni".
Perfino lo sceneggiato Gesù di Nazareth (1976) di Franco Zeffirelli, realizzato con la consulenza di un monsignore e di un reverendo, ridimensionò notevolmente la malvagità presunta dell’apostolo. Giuda (interpretato da Ian McShane) si presenta al Maestro come erudito (traduce testi latini e greci in ebraico e aramaico), lo rappresenta presso gli zeloti (e accoglie per primo il futuro apostolo Simone il Cananeo, dopo la sua decisione di non condividere l’ostilità dei compagni) e desidera che Gesù si metta d’accordo con Caifa e i Farisei; per questo decide di costringerlo ad andare con le guardie del tempio. Ma quando chiede allo scriba Zerah di essere ammesso a quello che credeva un dibattito, ottiene come risposta che ci sarà invece un processo per bestemmia. In aggiunta, Zerah decide solo in quel momento di consegnargli i trenta denari. Facendo capire che non erano stati affatto messi in conto. Dapprima sbalordito e incredulo, poi presa coscienza dell’inganno, Giuda non può fare a meno di provare rimorso: benché le sue intenzioni fossero buone, la conseguenza è stata comunque un tradimento. Giuda si impicca all’alba del giorno della crocifissione. La scena termina col particolare dei trenta denari sparsi sull’erba. Dopo la crocifissione, poi, allorché gli apostoli si trovano nascosti nel cenacolo per sfuggire agli arresti (e sono restii a credere a Maria Maddalena che rivela loro che Cristo è risorto), Pietro dice: "Anche noi abbiamo tradito il Maestro".
In una memorabile omelia, pronunciata il Giovedì Santo del 1958, don Primo Mazzolari, pur senza discostarsi dalla tradizionale versione della Chiesa Cattolica, propone un’interessante riflessione sulla figura dell’apostolo, appellato "Giuda, fratello nostro"

 

6 Risposte a “”

  1. ciao marta, sono raffaele, autore del post “analogie vendittiane” e del post “indimenticabile”, sul concerto di Portici. inoltre ho scritto il commento 3 del post del concerto, il commento 3 sul post del 12 ottobre, i commenti 1, 6 e 11 sul post del 28 ottobre e i commenti 1,4 e 11 del post del 17 novembre. scusa se con questo ti ho pasticciato un po’ il blog, però tu stessa stefano dicevate che è meglio firmarsi…per quanto riguarda “Giuda” trovo sia una delle migliori canzoni dell’album, sicuramente la più complessa, nel suono e nelle parole. a tratti e commovente…per ora mi fermo qui. parleremo poi delle altre canzoni. ciao raffaele

  2. ciao Raffaele…tranquillo, non voglio il codice fiscale..mi basta anche solo il nome ;-)semplicemente trovavo brutti i commenti senza firma soprattutto quando si discute di qualcosa…

    grazie per il commento e w antonello!

  3. si si raffaele basta che ti firmi con il tuo nome oppure scrivi da registrato al blog. In relazione a questo post, molto bello socia!!!!

    w Vendittando

    Twin of Jude(si dirà così?)

  4. devo dire..che anch’io, come Venditti, sono un po’ delusa che Giuda non sia stato perdonato da Dio, nonostante il suo pentimento. Ciò stride col concetto del Dio misericordioso! Ma poi…come fa Dio ad essere sia Giusto che Misericordioso?!?

    Ma al di là delle questioni teologiche, questa canzone mi fa riflettere per come viene posto l’accento sulla solitudine spirituale e umana dell’uomo. Il discorso può essere visto anche in maniera laica, spesso per i nostri sbagli non ci viene data una seconda possibilità e in questa società ingiusta c’è chi paga troppo, anche per altri…E qui il discorso si collega anche alla canzone “tradimento e perdono”, di cui mi piacerebbe parlare prossimamente, con un post dedicato. Nel nostro mondo “terreno” è difficile trovare una posizione di equilibrio tra le difficoltà della vita e i rapporti umani. Più si è forti e più sbagliare diventa rischioso….si paga caro. Ci vorrebbe più amore per tutti (e non solo per il campione….)

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