RIFLESSIONI SU VECCHIO E NUOVO

Mi è arrivata una mail da Michele, che mi chiede di girarvela e di discutere insieme

La foto è tratta da Tv Sorrisi e canzoni n.51, 12/2007 

Ciao a Marta e a tutti gli appassionati della musica di Antonello Venditti.
 E’ uscito il nuovo e atteso album,  già questa  è una buona notizia. Dalla pelle al cuore pone le tematiche del tradimento e del perdono, la canzone che dà anche il titolo al disco è semplice orecchiabile e assolve al suo compito di presentare e promuovere   l’ album e i suoi temi, a mio avviso i toni  "alti"  degni del vendittiano blasone si trovano in Piove su Roma, Giuda, e Tradimento e perdono.
 Ma qualche banale riflessione mi pone scatole vuote.
Il nostro Autore  l’ ha definita, più o meno, un dimmelo tu cos’è al contrario venti anni dopo, certo che se l’ affermazione non fosse il frutto di interpretazione autentica  l’avremmo presa, probabilmente, come lesa maestà. Dimmelo tu cos’è è una canzone che personalmente amo molto, un pezzo di quel Venditti che ascoltiamo con passione e piacere, un pezzo ispirato e senza tempo, l’ erede scatole vuote, canzone anche bella che ascolto e ascolterò, è però un’ altra cosa. 
I due pezzi, senza scendere nella analisi del testo, rappresentano forse l’ evoluzione di Venditti, da pezzi con testi più scritti e pensati a canzoni più scarne con testi molto più semplici dove si privilegia la ricerca dei suoni, la musica.
 Mi viene da pensare, se siamo noi vecchi ascoltatori appassionati, troppo ben abituati, ad aspettarci sempre il grande testo in ogni nuovo album, noi appassionati che trascinati da  canzoni come dimmelo tu cos’è abbiamo poi  cercato e amato anche altre canzoni, scritte magari prima che noi fossimo nati, o forse è appunto l’ evoluzione di Venditti, di un autore che ormai ha dimostrato il suo valore e vuole anche suonare oltre che scrivere, senza considerare poi il mercato di oggi.
Certo Antonello Venditti, nel toccare i temi forti con la mano maestra del cantautore, non ha rotto il filo delle canzoni d’amore, ciascuno di noi ha le sue preferite alle quali lega ricordi, emozioni; chi non ha ascoltato in religioso silenzio ricordati di me (che reputo, come tutti, uno dei punti più alti della discografia del maestro) e anche le successive   da amici mai, in qualche parte del mondo a con che cuore passando per ogni volta, ma in queste canzoni pur nella loro bellezza, come nei pezzi più tesi verso il sociale, è presente un alleggerimento del testo, una progressiva semplificazione. Ascolto l’ ultima e piacevole regali di Natale, piacevole anche se nel finale il testo diventa ripetitivo, personalmente non so per quanto si farà ricordare, l’ ultimo Venditti grande e senza tempo si scopre  in Giuda.
Pezzi come una stupida e lurida storia d’amore o Modena,  tanto per citare a caso, saranno figli del loro tempo e di un preciso stato d’animo dell’ autore, oggi improponibili, ma che emozionano ancora tanto e da mettere nell’ album dei ricordi.
Gli esempi appena fatti sono puramente casuali e forse anche sbagliati, comunque, perché troppo bene abituati, probabilmente non possiamo sempre andare a cercare le parole dei testi degli anni ormai andati, ogni fatto umano come anche le canzoni vanno forse guardate nel loro tempo, per usare una orribile espressione nel loro contesto, dobbiamo “vendittare”  ed accettare il nuovo con gli alti e i bassi e cercare le emozioni nei nuovi testi, nelle nuove musiche, anche se con qualche “coretto”.
Queste poche idee ma ben confuse, vogliono essere solo lo spunto di un pensiero, di una discussione aperta.  Grazie      M.P.

2 Risposte a “”

  1. ciao michele, beh sollevi una bella discussione che tocca, credo, tutta la poetica e la produzione vendittiana, almeno quella dedicata a temi sentimentali. trovo che Antonello sia estremamente diretto, ma questa caratteristica rischia di farlo diventare ripetitivo. basta pensare a tutte le canzoni dove si fa abuso del termine “amore” (ammetto che quando ascolto “dalla pelle al cuore” e dice “dolcissimo mio amore” mi fa stizzare i nervi…) però, d’altronde, perchè cercare artifici ed evadere dalla lingua? la parola “amore” credo non abbia sinonimi così efficaci, e la rima che, inevitabilmente, è la più diretta è “amore-cuore”, che appare anche in quella che è LA CANZONE PIU’ DEVASTANTE, BELLA EMOZIONANTE GRANDIOSA SUBLIME ETERNA CHE SIA MAI STATA SCRITTA IN ITALIA: “RICORDATI DI ME”. detto questo, Antonello va apprezzato così, perchè alla fine le parole sono segni, le parole di per sè non vogliono dir nulla…ed il fatto che una parola possa essere interpretata in così tanti modi (molti più di 21…) è una grande prova della sintesi della sua poetica, sempre uguale e sempre diversa

    raffaele (ah cmq ho scritto anche il commenot n°4 del 24 settembre, ahah)

  2. Ciao Raffaele, noto che ti piace “ricordati di me”, è vero gli è venuta proprio bene. Comunque, senza vivere nel passato, mi chiedo se ascolteremo più dei testi tipo, e cito a mente – la solitudine è una strana compagna, lei prima ti sorride come una p.., poi ti lascia senza fiato per potere gridare, tu stai con me, tu stai con me- . MIchele

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